(Foto credit: Filming Italy Sardegna)

Chioma lunga castana e due occhi profondissimi, Francesca Chillemi è stata scelta come madrina della sesta edizione del Filming Italy Sardegna, che si è tenuto dal 22 al 25 giugno scorsi al Forte Village di Santa Margherita di Pula.

In occasione dell’ultima serata, si è presentata in total white all’incontro con la stampa. Sono tante le curiosità segnate sugli appunti, ma si parte tutti d’accordo con la seconda stagione della fiction “Viola come il mare”, trasmessa su Canale 5, che la vede protagonista nei panni di Viola Vitale, cronista di nera, a fianco del bell’attore turco Can Yaman che interpreta l’ispettore di polizia Francesco Demir.

“Con la seconda stagione – svela subito l’attrice di origini siciliane – dovremmo iniziare il 17 luglio, a Roma, e poi andremo a Palermo, ma non subito, perché vogliamo evitare le orde di turisti e di vacanzieri. Vorrei sapere anche io cosa ci dobbiamo aspettare dalla seconda stagione – scherza con la stampa -. Per ora ho ricevuto solo il copione della prima puntata, ma sto cercando di capire quale sarà lo sviluppo dei personaggi. Posso dire che la seconda stagione rimane simile alla prima, però ci sono delle novità e cose un po’ diverse legate alle differenti visioni della vita. Mi hanno raccontato che ci sono dei cambiamenti, ma ancora non ne sono a conoscenza”.

Cosa la accomuna con la protagonista? “A me piace molto il personaggio di Viola, in particolare per il messaggio di cui si fa portavoce – dice Chillemi -. È una ragazza con un problema serio, un problema di salute, perché è vero che ha la sinestesia e questa sua capacità di leggere le persone viene vista come un superpotere, però è legata a una malattia neurodegenerativa, per cui nella sua vita è tutto precario. Viola in realtà non sa come si evolverà la sua esistenza e che disabilità le potrà portare la sua condizione. Vedere un personaggio che affronta una cosa così drastica con un’incredibile voglia di andare avanti e di prendere quello che la vita le dà può davvero essere di ispirazione e fare del bene sia a chi ha problematiche simili, sia a quanti affrontano quotidianamente grandi difficoltà e quindi si perdono d’animo. Il mio personaggio – continua – non si perde d’animo, e questa è una cosa straordinaria”.

Poi la domanda che tutti vorrebbero farle: cosa c’è dietro il fascino di Can Yaman? “Credo che piaccia perché è molto carismatico – dice Chillemi – chiunque arriva così tanto al pubblico ha un carisma che passa attraverso la tv. Per me il lavoro dell’attore è fatto sia di bravura e competenza che di carisma, e per carisma intendo capacità di comunicare, di trasmettere qualcosa alle persone. Evidentemente Can ha un carisma notevole se affascina un numero così alto di donne in giro per il mondo”.

Ma il grande successo di Chillemi è arrivato con un’altra fiction, questa volta trasmessa su Rai 1, “Che dio ci aiuti”, con cui ha avuto modo di lavorare con una straordinaria protagonista del piccolo e grande schermo italiano: Elena Sofia Ricci. “Mi sono trovata in un ambiente molto familiare – dice l’attrice siciliana – anche perché ho partecipato a tutte e sette le stagioni. I cambiamenti a volte sono belli e a volte no, ma comunque sono turbolenti, e sicuramente questo è stato molto turbolento. Non posso negare che mi è mancata tanto quest’anno Elena sul set – racconta Chillemi – però posso dire che abbiamo creato un bel legame anche fuori dal lavoro, tra di noi non è mai mancata una forte sorellanza. Quello che mi ha fatto molto piacere è che Elena mi ha ‘tutelato’ in questo passaggio di consegne ed è molto stata generosa nei miei confronti. Non è da tutti”.

La vede credibile oggi la conversione di una giovane ragazza come Azzurra? “Io credo che, al di là della conversione, sia credibile il desiderio di Azzurra di trovare un po’ di pace dopo quello che le è accaduto – risponde Chillemi -. La perdita che Azzurra ha avuto l’ha portata a credere nell’esistenza di qualcosa che va al di là del nostro controllo. A volte non riusciamo a spiegarci certe cose e per forza dobbiamo andare in qualche direzione per poter accettare gli avvenimenti della nostra vita. Non ho intenzione di diventare suora – precisa l’attrice – però mi è piaciuta l’evoluzione del personaggio, sennò non avrebbe avuto senso per me rimanere in quel convento”.

Sono passati già vent’anni dalla sua prima apparizione tv in “Miss Italia”. Era il 2003 e Chillemi vinse il concorso di bellezza a soli 18 anni. Come la pensa sul ritorno del programma in Rai? “Grazie per avermi ricordato che è passato tutto questo tempo – risponde scherzosamente l’attrice – Avendovi partecipato, ovviamente riesco a vedere un lato positivo in queste gare. Miss Italia mi ha cambiato la vita, quindi non posso criticarlo, e comunque non ci vedo nulla di male. Lo so, è un concorso che fa spettacolo, le concorrenti sono in costume, ma come mille ballerine in giro per il mondo in varie trasmissioni. Se uno ci pensa in questi termini e senza pregiudizi, si accorgerà che non ha senso criticare i concorsi di bellezza. Bisogna imparare a guardare le cose con gli occhi giusti”.

Se c’è una critica che può smuovere, Chillemi lo fa su tutta la fase di preparazione a fine concorso. “Io ho fatto un anno da Miss Italia e poi sono stata buttata nel mondo dello spettacolo, ma non avevo gli strumenti per starci – racconta -. Secondo me sarebbe interessante dare una concreta possibilità a chi partecipa di costruirsi una carriera, il che significa usare l’anno da Miss Italia per la formazione, altrimenti sei famosa perché hai vinto il concorso ma non sai da dove cominciare. Dopo l’anno di Miss Italia, ho dovuto imparare tantissime cose e spesso mi sono sentita persa, perché ho pensato quest’anno che ho trascorso andando in giro per le piazze l’avrei potuto usare per prepararmi, per poi andare a fare direttamente dei provini, perché è così che escono i talenti”.

Che rapporto ha con la bellezza? Io penso che la bellezza non sia una maledizione – dice Chillemi -. Piuttosto è una caratteristica, un tratto con il quale nasci. Ognuno di noi ha una caratteristica e io sono nata con questa caratteristica. C’è chi nasce con un’intelligenza suprema, chi è brillante e chi è simpatico, e sono elementi che ci identificano”.

Non poteva mancare, infine, una domanda sul mancato #MeToo in Italia da parte di attrici e showgirl che vivono quotidianamente il mondo dello spettacolo nostrano. “A me non è successo, però è capitato a persone a me vicine, quindi è un po’ come se fosse accaduto a me – racconta l’attrice -. Come si può risolvere? Sicuramente parlando. E come è importante parlare, lo è altrettanto sapere che nel momento in cui decidi di esporti, hai qualcuno che ti ascolta e che ti tutela, che poi è quello che in Italia non è successo. In America, dove è partito il movimento, sono state fatte tante azioni che hanno portato a risultati positivi. Qui in Italia invece se n’è parlato, qualcuno si è esposto, ma poi è finita là”. “La violenza sulle donne purtroppo è molto diffusa – continua Chillemi -. Le mie amiche che l’hanno subita mi hanno raccontato come si son sentite in quel momento: avevano difficoltà a reagire, ed è una cosa che molti non sanno. ‘Eh, vabbè, poteva opporsi’ dicono in tanti, ma ignorano che il corpo femminile, così come la mente di una donna, nel momento in cui subisce una violenza di qualsiasi genere, non reagisce come reagisce a tutte le altre situazioni, ma è come se implodesse: ti blocchi e non sai più come comportarti. Io mi arrabbio parecchio quando la gente parla senza sapere, punta il dito e dice che una donna se l’è cercata. Secondo me in Italia abbiamo una gran paura di essere giudicati. Ecco il nostro vero problema: la paura”.

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