Monumentale per la sua estensione e l’imponenza dei monumenti funebri, il più importante cimitero milanese custodisce le spoglie di molte figure letterarie, uno su tutti Alessandro Manzoni.

Qualche cenno storico

Il Cimitero monumentale di Milano fu inaugurato nel 1866. L’architetto che lo progettò, Carlo Maciachini, aveva vinto un concorso indetto dal Municipio di Milano nel 1860 col quale si intendeva istituire un unico grande cimitero che andasse a sostituire i piccoli e insalubri cimiteri periferici, oltre a creare un luogo di memoria civica che celebrasse la storia e i personaggi della città.

Maciachini lo concepì come un connubio di vari stili e influenze: sul prevalente stile romanico si innestano richiami all’architettura bizantina e gotica. Così anche i monumenti funebri riprendono il gusto eclettico della fine dell’Ottocento, mescolando neoclassico, liberty, razionalismo e altri stili architettonici contemporanei.

Il pantheon dei cittadini illustri

Oltre i cancelli di ingresso, in posizione centrale si innalza il Famedio, (dal latino famae aedes, “Tempio della Fama“), il pantheon dove riposano o sono ricordati i personaggi che hanno portato lustro alla città e all’Italia. Anche questa imponente costruzione, così come il resto del cimitero, richiama molteplici stili: dalla struttura a croce greca al romanico-pisano delle fasce di pietre di colore alterno, dal gotico delle cuspidi all’arte ravennate dei mosaici al suo interno.

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Entrando da uno dei quattro ingressi, balza subito all’occhio per la sua centralità il sepolcro del personaggio più illustre: Alessandro Manzoni, qui traslato nel 1883 e innalzato sull’attuale basamento nel 1958. Intorno, oltre ai monumenti funebri dell’intellettuale Carlo Cattaneo e dell’architetto Luca Beltrami, si trovano i monumenti dedicati ad altri due italiani illustrissimi: Mazzini e Verdi (sepolti altrove).

Le pareti circostanti sono tappezzate di targhe marmoree dedicate alla memoria dei milanesi illustri, benemeriti e distinti della storia della Patria, divisi in settori in base al periodo storico: troviamo quelli vissuti dal IV alla metà del XVIII secolo in alto attorno ai rosoni, quelli vissuti tra la metà del XVIII e la metà del XIX secolo nella parte mediana, e quelli dal 1850 ad oggi nella parte inferiore, con busti e bassorilievi dedicati. Nel 1958 è stato inoltre ricavato uno spazio per i colombari che ad oggi custodiscono le spoglie del premio Nobel Salvatore Quasimodo, del giornalista Leo Valiani, dell’artista Bruno Munari e del fisiologo Carlo Forlanini.

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Scendendo nella cripta

Uscendo dal Famedio si può scendere nella cripta dove proseguono le sepolture illustri, molte delle quali legate al mondo letterario ma non solo:

  • la poetessa Alda Merini, scomparsa nel 2009;
  • il poeta Giovanni Raboni;
  • il drammaturgo Renato Simoni, uno dei librettisti della Turandot pucciniana;
  • lo scrittore e critico letterario Giancarlo Vigorelli;
  • lo scrittore e librettista Francesco Maria Piave, che scrisse molte opere di Verdi tra cui La Traviata e Rigoletto;
  • gli attori, drammaturghi e coniugi Dario Fo e Franca Rame;
  • il fumettista Guido Crepax, autore di Valentina;
  • il grande pittore del XIX secolo Francesco Hayez;
  • i cantautori Giorgio Gaber e Vincenzo Jannacci.
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Eterogeneità di stili

Specialmente per gli appassionati di architettura merita fare un giro nelle altre aree del cimitero, dove si amalgamano stili eterogenei con opere in particolare di Carlo Maciachini, Luca Beltrami, Ernesto Bazzaro, Odoardo Tabacchi, Studio BBPR, Medardo Rosso, sepolcri che talvolta sembrano ingaggiati in una gara d’altezza a chi riesce a imporsi e svettare sopra gli altri.
Sempre rimanendo nell’ambito letterario invece, nel campo IV si trova la tomba del poeta futurista Filippo Tommaso Marinetti, sepolto assieme al fratello Leone e alla compagna Benedetta Cappa (si tratta di una tomba di bronzo a terra).

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Informazioni utili

L’ingresso al cimitero è ovviamente gratuito. L’orario di visita è dal martedì alla domenica, dalle 8 alle 18, orario ridotto fino alle 13 nei giorni festivi.
Per raggiungerlo si può prendere la linea 2 della metro (fermata Garibaldi), il passante ferroviario (fermata Garibaldi), le linee 2, 4, 7, 12, e 14 del tram, le linee 37, 70 e 94 del bus.

Nell’ufficio all’ingresso, oltrepassato il cancello di recinzione, è possibile ritirare una brochure gratuita con la pianta del cimitero.
Per visite guidate e altre informazioni si consiglia di contattare l’Associazione Amici del Monumentale che ha un sito e una pagina Facebook.