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Campi Flegrei - Storia eruttiva

La Solfatara (4.280 anni)

La Solfatara è un maarEdificio vulcanico generalmente formatosi in seguito a un’eruzione freatomagmatica, derivante cioè dalla interazione esplosiva tra magma e acqua di falda. I maar sono caratterizzati da un basso rapporto tra altezza e larghezza del cratere. il cui cratere ha un diametro compreso tra 610 e 710 m e ricopre un'area di circa 0.35 Km2. La massima altezza raggiunta è di circa 80 m dal fondo del cratere. L'edificio vulcanico è caratterizzato da una struttura profonda circa 3 Km (diatrema) ed il cratere è bordato da faglie a direzione NO-SE, SO-NE e N-S.

Nell'area interessata dal vulcano si era avuta precedentemente l'attività stromboliana del centro di S.Maria delle Grazie (4.400 anni) e si ritrovano affiornati i prodotti delle eruzioni esplosive di Monte Olibano e Paleoastroni 3 e le lave di Accademia e di Monte Olibano (Isaia et al., 2015).

Nel versante interno del cratere affiorano i depositi dell'eruzione pliniana di Agnano-Monte Spina (4.550 anni) della III epoca di attività.

L'eruzione della Solfatara è avvenuta simultaneamente a quella di Averno (Di Vito et al., 2009).

Stratigrafia e dinamica eruttiva

I depositi affioranti nei versanti interni del cratere sono fortemente alterati dall'attività fumarolica. Sul versante nord-orientale affiorano i depositi più antichi, precedenti all'eruzione di Agnano-Monte Spina, sovrastati dai depositi da flusso piroclastico di quest'ultima. Tali depositi ricoprono le lave del criptoduomo della Solfatara.

I depositi associati all'eruzione della Solfatarasono costitutiti principalmente da livelli cineritici, da fini a grossolani, deposti da correnti piroclastiche generate da attività freatica e freato-magmatica e subordinati livelli da caduta. Si ritrovano anche livelli di breccia piroclastica. La sequenza piroclastica ha uno spessore totale massimo di circa 15-20 m nelle pareti interne nord-occidentali del cratere. Essi sono suddivisibili in due Unità: l'Unità inferiore è costituta da livelli cineritici da massivi a stratificati prodotti da attività principalmente freatica in cui è stata coinvolta una limitata quantità di magma e sono stati generati flussi piroclastici a bassa dispersione e piccole colonne eruttive. L'Unità superiore testimonia una forte interazione del magma con il sistema idrotermale superficiale che genera flussi piroclastici a maggiore dispersione che mettono in posto depositi cineritici a stratificazione da piano-parallela a fortemente ondulata. In questa fase si genera anche una colonna eruttiva che deposita livelli da caduta.

Dallo studio dettagliato di tali depositi, e dell'intera area, è stato inoltre possibile ricostruire la dinamica eruttiva iniziale (Isaia et al., 2015) caratterizzata da attività freatica in cui si è verificato il collasso dell'area craterica, come testimoniato dalla natura del contatto inferiore con le rocce preesistenti. Le esplosioni freatiche iniziali sono state verosimilmente profonde e hanno interessato il basamento del centro eruttivo; ad esse sono seguite numerose esplosioni freatiche più superficiali che hanno prodotto depositi da breccia contenenti esclusivamente frammenti litici.

Distribuzione dei depositi da caduta medio distali dell'Unità inferiore e superiore di Solfatara (Isaia et al., 2015)

Evoluzione dell'area

L'area attualmente occupata dalla Solfatara è stata oggetto di intenso vulcanismo nel corso della III Epoca.

Nel periodo immediatamente successivo all'eruzione pliniana di Agnano-Monte Spina, caratterizzato da significativo sollevamento del suolo, si registra l'eruzione più antica: quella di S.Maria delle Grazie (4.400 anni). Il centro eruttivo era situato lungo il margine sud-occidentale dell'area collassata a seguito dell'eruzione di Agnano Monte Spina e ha prodotto depositi stratificati prevalentemente cineritici. L'attività di S.Maria delle Grazie è terminata con attività stromboliana che ha generato un cono di scorie.

Successivamente si è avuta la messa in posto del duomo lavico di Monte Olibano, attualmente troncato lungo il fianco nord-occidentale dall'eruzione della Solfatara. Su tale duomo si ritrovano depositi di breccia prodotti dall'eruzione freatica di Olibano.

A tale periodo si riporta anche la formazione di un cripto-duomo, visibile lungo il versante interno nord-occidentale dell'attuale cratere.

Infine, poco a sud dell'area della Solfatara si è avuta l'eruzione che ha prodotto il duomo lavico di Accademia.

 

Struttura profonda

Sezioni geologiche della Solfatara (modificato da Isaia et al., 2015)

 

Sotto il cratere della Solfatara è stato identificata una struttura di tipo diatrema (Isaia et al., 2015) profonda circa 3 Km. Il Diatrema è una struttura vulcanica a forma di cono anche molto profonda caratterizzata da una parte centrale sprofondata ed altamente deformata. Generalmente il Diatrema è limitato da faglie più o meno concentriche che spesso sono il luogo preferenziale per la risalita del magma. Il Diatrema è suddiviso in tre zone, con la parte bassa (radici) vicino alla camera magmatica o al dicco d’alimentazione dell’attivtà eruttiva. Tale struttura rappresenta una via preferenziale di risalita in superficie  per i gas e fluidi magmatici.

 

 

 

A cura di F. Sansivero

Letture consigliate (internazionali)

Isaia, R., Vitale, S., Di Giuseppe, M.G., Iannuzzi, E., Tramparulo, F.D.A., Troiano, A.,2015. Stratigraphy, structure and volcano-tectonic evolution of Solfatara maar-diatreme (Campi Flegrei, Italy). Geol. Soc. Am. Bull. 127, 1485–1504.

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