8 Novembre 2014 - 8.39

Le spunte blu di Whatsapp: privacy? No grazie

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(gm) L’ultima volta che qualcosa di blu ci ha fatto parlare così tanto, si trattava del viagra. Ebbene sì, mariti e fidanzati fedifraghi: ora non avrete più scampo. Nessuno ci crederà più che la vostra partita di calcetto è durata 15 ore o che la batteria dell’iPhone è misteriosamente finita da un momento all’altro. E così, grazie alla nuova trovata del mondo smartphone, chiunque potrà trasformarsi in uno stalker homemade.

E non finisce qui. Lo stalking raddoppia: premendo con il dito sopra un qualsiasi messaggio, a fianco di copia, incolla e taglia appare la nuova voce info, con quale si può sapere anche a che ora il nostro messaggio è stato letto. Le spunte blu appaiono persino nei tanto odiati gruppi, una volta che tutti i membri hanno visualizzato il messaggio. Addio vecchie scuse per aggirare pesanti chat create per organizzare feste di compleanno e poi degradate poi in gruppi di discussione ignoranti con tanto di 45 notifiche ogni mezzora. Nessuno vi crederà più quando direte “Scusate, tra una cosa e l’altra mi sono perso il messaggio”.

La Apple lo aveva predetto. In effetti su iMessage, la app di messaggistica principale di ios, l’opzione “letto alle” esisteva già, però fin da subito nelle impostazioni poteva essere disattivata. Cosa che i malefici sviluppatori di Whatsapp hanno scelto di non includere.

Ma perché farsi del male? Questo può davvero considerarsi un progresso o è solo violazione della privacy? Negli Stati Uniti, pare, il mondo del web è in fibrillazione. Appaiono così articoli che recitano con gioia quanto bello sia poter finalmente scoprire se il destinatario abbia letto o meno il nostro messaggio, senza continuare a scervellarsi per ore. La stampa del Belpaese non la pensa allo stesso modo. Basta scrivere “spunte blu whatsapp” su Google per rendersi conto di come, in linea generale, gli italiani siano caduti nel panico. Mi appare dunque in homepage un susseguirsi di titoli sul genere “Whatsapp ci rovinerà la vita” oppure “Come aggirare la spunta blu”, senza contare il panico generale scatenato nei giorni scorsi sui social. Che dire, noi italiani abbiamo tanti difetti, ma perlomeno alla nostra privacy siamo ben legati.

E a lamentarsi, non sono solo i bugiardi di mestiere. In effetti le lamentele ci stanno fino alla fine: le tanto osannate spunte blu, a chi sa prendere con il giusto peso le cose, non rovineranno la vita, però potrebbero renderla un po’ più pesante: lo smartphone, così, ci inchioderà alla realtà dei fatti. Whatsapp ci condanna allo stress perenne.

Niente paura, però. Due modi per imbrogliare il server esistono ancora: rimanendo nella schermata principale della app, dove appaiono tutte le conversazioni, per il programma non equivale ad aver visualizzato il messaggio, e di conseguenza le spunte restano grigie. Così come anche visualizzare dal blocco home del telefono. Se i messaggi sono lunghi, leggeremo solo le prime parole, ma perlomeno avremo la sicurezza di non essere spiati.

E così, nel 2014 dobbiamo anche nasconderci dalla tecnologia: tutto sommato Orwell non aveva poi così torto.

VICENZA CITTA UNIVERSITARIA
AGSM AIM
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